Prigioniera di demoni

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Laura è una donna di 30 anni e vive con i genitori.
Lavora per mezza giornata in una ditta che assembla bulloni. Il suo lavoro viene svolto in un capannone adibito a questa attività.
L’ ambiente lavorativo è privo di stimoli e colore e il lavoro è piuttosto monotono e ripetitivo.
Il suo sogno è quello di andare a vivere da sola, ma il suo magro stipendio non glielo consente.
Inoltre, è una seguace della musica tecno e sogna di andare ad un rave tecno che si tiene a Berlino per ballare e divertirsi.
E’ fidanzata con Mirco, un ragazzo molto carino che ha due anni in più di lei.
Si conoscono da sempre e prima di fidanzarsi erano ottimi amici.
Per divertirsi, saltuariamente, usano anche qualche droga e la spacciano.
Droga che Mirco rimedia da un amico fidato.
A Laura piace assumere acidi, perchè quando li prende si sente libera e riesce a mandare via quelle inibizioni che da sempre la bloccano.
Si sente un’altra, si sente meglio, è lo sballo giusto per lei.
Anche Mirco prende la droga insieme a Laura, questo la rende felice e insieme si sentono invincibili.
Una sera, quando Mirco si reca dall’amico pusher, dopo poco arriva la polizia ed entrambi vengono arrestati.
Mirco, quella sera nelle tasche aveva più di una dose di anfetamina, qualche grammo di eroina e delle pasticche.
A casa di Mirco i poliziotti trovano tanti contanti e altra droga.
Laura riceve una telefonata da parte di Mirco che si trova in prigione e ci rimarrà fino al processo.
Da questo momento in poi Laura entra in depressione perchè le hanno portato via l’unica persona che contava davvero nella sua vita, che sapeva capirla e che era l’unico punto di riferimento.
Soffre e si chiude in casa.
Esce solo per quella mezza giornata di lavoro e gli amici di sempre sembrano non avere cura di lei e dei suoi bisogni.
Dopo poco smettono anche di cercarla.
E’ sempre più depressa, non prova più il piacere e la voglia di truccarsi e di uscire a divertirsi e si colpevolizza per ciò che è accaduto a Mirco.
Si sente un’esclusa, una disadattata.
Litiga spesso con sua madre che la vorrebbe vedere reagire, ma Laura è in un baratro, sta vivendo un incubo che è più grande di lei e che vuole inghiottirla.
Un giorno, dopo averci pensato incessantemente decide di prendere due acidi.
Non aveva mai osato tanto senza Mirco accanto, ma pensava che con tutta quella droga la situazione delle sue problematiche sarebbe svanita.
Non avendo più amici con i quali condividere la droga la prende da sola, chiusa in camera.
Si stappa una birra e inghiotte insieme alla droga il suo triste destino.
Dopo una ventina di minuti incomincia ad avere episodi di panico e a sentire delle voci.
H aanche delle allucinazioni e vede come una miriade i insetti camminare sul suo corpo.
Le voci le dicono che il suo ragazzo è morto e sulle sue mani appare del sangue.
Le voci insistono con la tortura e le dicono che presto arriverà la polizia ad arrestarla.
Laura si chiede come sia possibile e arriva a convincersi che le voci appartengano a demoni che vogliono imposessarsi di lei.
Prende un tagliarino e si mette davanti allo specchio cercando nel riflesso e nella stanza la presenza di demoni.
Li vuole scovare e scacciare ma non trova niente che le provi la presenza di queste entità maligne.
Crede che l’unica soluzione sia la fuga, impaurita esce di corsa dalla sua camera e corre verso la porta di casa urlando: “Smettetela! Non sono stata io!”.
La madre la ferma eLaura come una furia incomincia adrle calci e pugni.
Interviene anche i padre e entrambi i genitori riescono a trattenerla e tentano di calmarla.
Dopo poco interviene il 118, chiamato dai genitori di Laura che viene ricoverata in uno stato di delirio per avere abusato di stupefacenti.
All’ospedale, in psichiatria, ci rimane per tre settimane che passano intervallate da colloqui e terapie farmacologiche.
La stanza dell’ospedale è più triste della sua camera, Laura non aveva mai subìto un ricovero e si sente come se degli estranei vogliano occuparsi di lei e sapere di tutta la sua vita.
Le terapie farmacologiche la stendono e la intorpidiscono e la sua mente cerca di rilassarsi con tutto quel occuparsi di lei.
I genitori, ma soprattutto la madre un giorno, parlando con il medico pschiatra definisce Laura una “mentecatta”,perchè sente le voci dovrebbe essere rinchiusa in un manicomio
Non si accorgono che Laura li sente da dietro la porta, si impaurisce, ma con la madre in un primo momento fa finta di niente.
Uscita dall’ospedale Laura torna a casa e rinfaccia alla madre la frase nella quale lei l’ha definita una “mentecatta”.
La madre, per nulla pentita di averle attribuito la brutta definizione, le risponde che il manicomio è il suo posto.
Laura ha tanta rabbia dentro e si sente esplodere.
Si sente incompresa e infelice.
Dopo il ricovero in ospedale le sue giornate passano noiose e lei smette di andare al lavoro.
Si vede brutta ed inutile e questa volta decide di scrivere una poesia per Mirco, il suo grande amore, per speigarle cosa le è accaduto:

DEMONI

Pensieri incontrollati si affollano geniali e rendono la mia mente pazza.
Io come una “mentecatta” elemosino il tuo amore senza spirito di alienazione, abuso di droghe da effetto psichedelico.
Ora non più sola sento le voci di demoni come in un brutto incubo.
Provo panico e terrore, perchè simulo la tua reclusione.
La normalità non produce allucinazione ed esco dalla mia alienazione promettendoti il mio amore, che di certo non è mai stato una finzione.

Sono passate già due settimane da quando Laura ha spedito a Mirco in carcere la lettera, ma ancora non ha ricevuto una risposta.

Claudia