Il buon senso non basta: occorre anche metterlo in pratica

di MarcoM X

Ognuno di noi nel viaggio della vita acquisisce e trascrive all’interno del proprio cervello una sorta di “libro/manuale di vita” contenente tutte le istruzioni che ci vengono suggerite ogni qual volta ci troviamo di fronte ad una scelta della vita quotidiana.

La definizione di buon senso è la capacità di guidare correttamente le situazioni pratiche, che non nasce con noi, ma si sviluppa con l’acquisizione data dall’esperienza personale ma anche da quella degli altri.

Infatti la razionalità del buonsenso viene smentita da coloro che pensano che sia data da una maggiore cultura e sostiene che chi non ha studiato non sia capace di sviluppare il buon senso.

Poiché la “capacità logica” si acquisisce con l’interazione sociale, che io chiamo “l’università della vita” che incomincia a svilupparsi nella nostra vite, dalle scuole dell’obbligo in avanti, incominciando quindi sin da piccoli a sperimentare tale logica, addizionando e sottraendo nel nostro cervello il risultato che comporta ogni nostra azione.

Per cui, io penso che tutti quanti noi siamo dotati di buon senso, essendo un semplice calcolo che determina quello che sia giusto fare, purché rientri nelle nostre possibilità.

Ma nel pratico, l fattori di calcolo si riferiscono anche all’impegno, al tempo, alle privazioni e a tutti gli altri fattori che fanno parte della nostra esistenza e che ci sottopongono ad un calcolo costante, che non sempre è rivolto a noi stessi, ma anche ad altri essere viventi o cose, come la natura, o anche cose, come una macchina ad esempio.

Infatti poiché utilizziamo il buon senso in ogni nostra scelta, possiamo dunque dire che possiamo declinarlo in tutti gli aspetti, come nelle scelte quotidiane nei confronti dell’ambiente, delle cose, nei confronti delle persone e verso noi stessi.

Elencando alcuni semplici esempi, potrei parlare dello sforzo di preservare le cose come con la manutenzione di un’auto: la scelta del calcolo ricadrà su uno sforzo antecedente per prevenire un guasto, oppure non fare nessuno sforzo e pensare di essere fortunati e sperare che non si rompa mai nulla.

Oppure potrei fare degli esempi sull’ambiente: alle volte nelle faccende domestiche e nella cura personale, lasciamo scorrere l’acqua quando invece potremmo chiudere il rubinetto per poi riaprirlo quando serve, ci comporterebbe solo due movimenti in più del nostro corpo, ma alle volte il buon senso nei confronti delle risorse che la natura ci offre non viene messo in pratica.

Sappiamo che la maggior parte dell’inquinamento viene creato dall’uomo, se prendiamo l’inquinamento del mare, sappiamo che tutto ciò che scarichiamo va a finire in mare. Ad esempio quando cuciniamo, molte volte abbiamo la scelta di scaricare l’olio nel water o nel lavandino, ma sappiamo anche bene che è possibile depositare quell’olio in appositi contenitori da portare nelle isole ecologiche della città o dai benzinai.

La scelta in quel caso e di perdere più tempo, fare più movimenti e organizzarsi meglio per lo smaltimento, certo non è facile come buttare tutto nello scarico, ma è li che entra in gioco il buon senso.

Perdere un po’ di tempo e di organizzazione per la tutela dell’ambiente è una scelta che vale la pena adottare?

La risposta si commenta da sola e ovviamente e si, ma la domanda è: lo faranno tutti?

Quando parcheggiamo l’auto, usciamo e ci accorgiamo che mettendola un pò più avanti potremmo creare un posto in più per un’altra persona, il buon senso ci dice di rientrare nell’auto per spostarla anche a mano e dedicare un altro posto per un’altra persona.

Lo sforzo è quello di rientrare in auto e sistemarla bene, per pensare al prossimo, ne vale la pena?

Per me si, ma la domanda è sempre la stessa, a quanti gli va di mettere in pratica il buon senso?

Potrei andare avanti con tanti esempi della vita quotidiana, come il fatto che molte volte negli autobus di linea urbana i giovani si dovrebbero alzare per dare il posto a chi ne ha più bisogno, ma non è sempre così.

Per cui è evidente che quando si dice “aver buon senso” riguarda il fatto di metterlo in pratica, non di averlo, perché penso che ne siamo tutti dotati.

Da qui deriva la battuta: “Il buon senso è come il deodorante, quelli che ne hanno più bisogno non lo usano”.

In conclusione, penso che se tutto il genere umano usasse davvero il buon senso , non ci sarebbero rifiuti buttati nei fiumi, nei mari, rifiuti tossici nascosti sottoterra e non ci sarebbero neanche capi politici che scatenano guerre, consapevoli dei fiumi di dolore, di sangue e di morte che ne comporta.

Penso che avere del buon senso alle volte significa star zitti, assecondare anche quando si ha ragione, saper arrendersi o togliere qualcosa a sé stessi per fare la cosa giusta per il proprio bene e quello altrui.