La famiglia di ieri e di oggi. E domani?

di MarcoM X

Come si sta evolvendo la famiglia negli ultimi anni?

Lo studio della ricerca “Modern family” dell’istituto di ricerca Eumetra condotta in Italia afferma che negli ultimi 30 anni la famiglia Italiana si é trasformata significativamente, ma rimane ancora ad oggi un punto fermo e sicuro su cui si può sempre contare; sicuramente diversa rispetto al passato, ma sicuramente più felice e più libera di prima, nonostante la nostra famiglia mantenga ancora un mood tradizionale oggi é certamente più moderna e aperta di prima.

Ma cosa è cambiato negli ultimi 30 anni nelle unioni del matrimonio e sul tasso d natalità?

Si attesta che negli ultimi anni il numero medio dei componenti familiari è sceso a circa tre persone, basta pensare che oggi in Italia ben 4 nuclei familiari su 10 non hanno figli e il 26% di chi ha figli ne ha solo uno!

È una famiglia diversa rispetto a 30 anni fa, come rivela l’Istat, in questi ultimi anni sono aumentati sensibilmente i single (8,4 milioni, +110% ), mentre sempre in questi ultimi anni i matrimoni sono crollati: ben 46,5% in meno a favore delle convivenze, basti pensare che negli anni 70 i matrimoni erano più di 400.000 mentre oggi sono 184.000, quasi la metà in meno, e sono aumentati i divorzi (+230%).

Ma nonostante questo ad oggi le famiglie vivono le relazioni familiari in un modo più semplice del passato: le attività preferite da fare insieme in famiglia sono il chiacchierare al primoposto (58%), seguito da guardare i film, serie TV comodamente a casa (56%) o andare fuori a cena (55%).

Ma quali sono le differenze che hanno accompagnato la nostra famiglia tra ieri e oggi in Italia?

Nella nostra evoluzione guardiamo anche il cambiamento dei diritti, che hanno fatto la loro parte nell’evoluzione familiare.

Rispetto alla famiglia di una volta, oggi si vive meno insieme, nello stesso paese o città, ma il legame rimane molto vivo con un reciproco scambio di attenzioni e cure da entrambe le parti

Cambia anche il rapporto genitori-figli: rispetto a 30 anni fa emerge una crescita dei timori per i pericoli e rischi “esterni” al di fuori dal proprio nucleo famigliare.

I genitori di oggi cercano di dare maggiori certezze e sicurezze ai propri figli (57%), cresce sensibilmente la stima nei loro confronti (48%), la voglia di affetto al 42% e l’essere amico al 27%. Mentre invece sparisce la figura del genitore insegnante che si attesta all’11%.

Il rapporto con gli anziani è che il 25% di loro danno una mano all’interno della famiglia, mentre il 45% riceve assistenza dai propri cari.

Mentre per quanto riguardai il mondo del lavoro, oggi il 72% riconosce che lavorare è più semplice, ed il 75% attesta che le donne stanno lentamente guadagnando terreno rispetto ai loro coniugi, ma la strada per la parità è ancora lunga.

A livello generale, rispetto al partner, il 59% delle donne dichiara di lavorare meno in termini di ore e il 65% denuncia di percepire un reddito inferiore.

Lo studio rivela che anche la tecnologia ha fatto la sua parte

nell’evoluzione familiare: il 95% delle famiglie che hanno accesso alla rete usa internet tutti i giorni e il 74% usa i social quotidianamente. Ben sette famiglie su dieci posseggono almeno 6 dispositivi tecnologici: al primo posto gli smartphone con il 96% e pc portatili all’86%, questi ultimi vengono utilizzati per alcune attività anche in condivisione con altri membri della famiglia, soprattutto per vedere film e serie TV o per ascoltare musica.

Quindi rispetto al passato, con le nuove tecnologie nasce il problema della propria privacy digitale anche in famiglia. Infatti

c’è chi accede allo smartphone e ai social dei propri figli a loro insaputa (7%) e lo stesso discorso vale per il partner, con il 4% che accede allo smartphone senza consenso e il 3% ai profili social senza alcuna autorizzazione da parte del compagno.

Sicuramente è un dato che fa riflettere molto sul cambiamento tra ieri ed oggi e che non aiuta la stabilità familiare.

Tra i cambiamenti vediamo anche quella economica, infatti le famiglie attuali si mostrano preoccupate.

Solo un terzo, infatti, ritiene di sentirsi sereno per l’attuale situazione finanziaria e solo il 28% pensa (o spera) di migliorare il proprio stato economico nei prossimi 5/10 anni.

Eppure, rispetto a 30 anni fa, la propria situazione finanziaria è migliorata per il 42%, rimasta invariata per il 17%, peggiorata per il 35%.

Ma nell’evoluzione delle famiglie italiane ci sono delle differenze legate al sud, centro e nord Italia? Le famiglie Italiane hanno sempre avuto delle differenze legate alle tradizioni, vediamo subito le caratteristiche che saltano

all’occhio.

Secondo una recente intervista condotta da mammenellarete.it, prese a campione 30 mamme, rispettivamente 10 del nord, 10 del centro e 10 del sud, si evince che: nella famiglia del sud c’è una percentuale maggiore di mamme che si dedicano totalmente alla gestione della casa e dei figli, facendo affidamento allo stipendio del compagno e all’aiuto dei nonni, fortemente presenti nelle decisioni di tutti i giorni, così come anche i cognati e fratelli.

Mentre I loro bambini frequentano raramente l’asilo nido e solo qualcuno la scuola materna, principalmente per sviluppare la socializzazione e l’apprendimento prima dell’inserimento alla scuola primaria. Mentre nelle famiglie del nord e del centro le mamme lavorano fuori casa a tempo pieno, e hanno la necessità di appoggiarsi ai nonni per tenere i bambini durante la giornata. Nel caso in cui i nonni non siano disponibili, o troppo anziani per occuparsi dei piccoli negli orari in cui asili nido e scuole materne comunali rispediscono i bambini a casa, devono ricorrere a baby sitter o ai nidi di famiglia.

Quali le opinioni delle famiglie sull’orientamento sessuale? Ci sono delle differenze tra nord, centro e sud?

Questo dato si può estrarre dalle associazioni LGBTQI. Dai dati emersi dai registri delle associazioni Italiane che tutelano la libertà di orientamento sessuale contro la violenza e la discriminazione, si scopre che la metà degli iscritti viene dal Sud. Vuol dire che è altissima la percentuale di persone che abbandonano le proprie case, le proprie città e la propria famiglia dal sud per fuggire al Nord e sfuggire a pregiudizi e violenze. Per questo motivo si evince che c’è una percentuale più alta dei componenti familiari del Sud Italia che non accettano altri orientamenti sessuali a differenza delle famiglie del nord con una percentuale nettamente inferiore.

Quali sono le paure di oggi che affliggono le famiglie italiane?

Rispetto a 30 anni fa, le paure e i rischi sono aumentati (per il 62%).

Al primo posto si attesta la perdita del lavoro o delle attuali fonti di reddito con il 63%, al secondo posto troviamo quella della salute (62%), al terzo posto c’è il fattore della sicurezza come i furti digitali con il 61% e a seguire gli scippi e rapine e violenze al 54%.

Preoccupazioni, paure, ma anche necessità di protezione.

Oggi quasi otto famiglie su dieci posseggono almeno una polizza. Un rapporto, quello con l’assicurazione, giudicato positivo da ben sette famiglie su dieci (solo il 3% è critico), che evidenzia come le Compagnie siano vissute sempre più come un “compagno di vita” in grado di proteggere se stessi e i propri cari.

Interessante notare che il 36% degli intervistati ha sottoscritto, almeno una volta, una polizza attraverso i canali digitali, segno che anche il mondo assicurativo si sta evolvendo.

Conclusioni e riflessioni: a fronte dei dati forniti, si può dire che nell’evolversi della famiglia il dato più pesante e che fa riflettere è il tasso di Natalità crollato, che rende l’Italia uno dei paesi più vecchi d’Europa. Provando a fare un’analisi sui dati forniti precedenti, i fattori che influiscono sull’abbassamento della natalità sono molteplici, da tener conto ci sono i timori finanziari, l’aumento del lavoro femminile e quindi la diminuzione del tempo da poter dedicare a più figli, la ricerca al tempo libero da dedicare a se stessi, ma da tener conto c’è anche l’aumento dei divorzi e quindi la mancanza di fiducia della nuova generazione ad avere dei figli in età giovane, quindi oggi si aspetta molto di più di prima ad avere figli e questo incide inevitabilmente con il numero di prole.

Sicuramente questi fattori sono un po’ comuni con il resto di Europa, ma a mio parere le politiche precedenti del nostro governo non hanno giocato a favore della natalità, in quanto non hanno dato un sostegno adeguato alle famiglie per favorirla.

Tutto sommato, dai dati emersi si evince che la qualità della vita sociale delle famiglie sta man mano migliorando, anche se a rilento, ci sono segnali positivi un po’ su tutti gli ambiti.

C’è ancora tanto da fare e da investire sulla cultura delle nuove generazioni affinché si abbandonino una volta per tutte tutti gli stereotipi contro i diversi orientamenti sessuali e contro il femminicidio, che continua ad affliggere la nostra società; a mio parere si tratta di una cultura sbagliata, orientata alla possessività che è il fattore più incisivo che determina questo dramma.