Imprenditore o posto fisso?

di Giovanni

Il posto fisso è da sempre presente nelle nostre vite attraverso le valutazioni che facciamo continuamente e inevitabilmente.

Genitori di figli che non saranno laureati non possono desiderare altro che il posto fisso per i propri figli. Ma perché il posto fisso è così importante?

Credo che sia perché il suo potere è fortissimo su di noi. Dà sicurezza, permette di realizzare ogni cosa, come l’acquisto di una casa col mutuo, di una macchina a rate, di viaggiare, di arredare la casa con tutto il necessario per poter avere ogni comfort, insomma ci da sicurezza, e sicurezza vuol dire anche serenità.

Ma non credo che sia così per tutti e che sia stato sempre così. Infatti per me è stato diverso.

Appena conseguito il diploma di ragioneria i miei genitori mi stavano organizzando già tutta la vita, in realtà lo facevano già da poco prima che nascessi.

In quegli anni, intorno al 1986, ricordo c’era la Lira come moneta nazionale, economicamente parlando si stava meglio di adesso. Arrivai a Milano e trovai lavoro in un agenzia immobiliare. Avevo appena rinunciato (sputato) sul posto fisso. Si, mio zio era assessore regionale, al sud, il che significava avere tutte le porte aperte. Avrei pptuto lavorare in banca, in Comune, negli uffici postali, insomma, per un ragioniere un posto fisso si trovava facilmente. Ma allora perché no? A parte la noia che il mio paese in collina mi provocava quando mi diplomai, ricordo che erano anni che chi aveva capacità imprenditoriali riusciva a creare imprese di successo, i soldi giravano, e così il posto fisso diventa limitante, troppo poco per me. Volevo viaggiare, uscire da quel paesino, ma soprattutto mettermi alla prova anche nel lavoro. Mi rifiutavo di accettare un futuro gia scritto. Il posto in banca grazie allo zio e avanti così, vivere annoiato, senza stimoli. Arrivato a Milano e iniziata l’avventura come agente immobiliare mi resi subito conto che la mia scelta non solo non era sbagliata, ma assolutamente azzeccata. Guadagnavo soldi 30 anni fa che non riesco a guadagnare oggi. Poi arrivò nel 1993 l’era di Tangentopoli e tutto iniziò a cambiare. Tutti quei soldi che giravano per costruire nuove palazzine erano bloccati, e questo provoco subito gravi conseguenze sopratutto per le agenzie immobiliari. Non era mia intenzione annoiarvi con i miei successi e i miei fallimenti, ma ho voluto riportare la mia testimonianza che è simile a quella di tanti altri ragazzi che in quegli anni vissero la mia stessa esperienza, e per portare all’attenzione vari scenari in momenti diversi che l’Italia ha vissuto. Il posto fisso potrebbe sembrare anche troppo poco in alcuni momenti, se il paese in quel dato periodo storico gode di un ottima salute economicamente parlando, cosi da preferire fare impresa se le possibilità di riuscita sono buone.

D’altronde se riesco come imprenditore avrò grosse soddisfazioni, sarà gratificante ogni qual volta che gli affari vanno bene, l’azienda cresce, aumenta in se stessi la sicurezza, l’autostima e il buon umore. Tutto perfetto insomma.

Ma se non riesco? Se poi le cose cambiano? Come nel 1993 che arrivò l’era di Tangentopoli. Ed ecco che qui il posto fisso acquista valore. Col posto fisso non rischio di fallire, di stressarmi perché devo gestire situazioni sempre più difficili, col posto fisso sono tranquillo.

Credo sia arrivato il tempo per me di raggiungere quella tranquillità.

Così, la stessa persona predisposta per fare l’imprenditore in momenti diversi della vita, per motivi diversi, può preferire di ottenere Il posto fisso.

Foto di Fulvio M. B.