Giovani e epidemia. La prima cosa brutta

Lettera ai giovanissimi: per adesso va così

di Claudia

In una certa maniera ci avevano preparato a questa ondata di eventi anomali che ci hanno travolto.
Era impossibile prevederne la data esatta, l’inizio di questa emergenza epidemica da parte di ogni singola persona.
Io sono nata nel 1977 e ho ricevuto un’educazione che mirava al ritmo del dovere quotidiano.
Ho sempre avuto poco spazio per la noia, la noia me la sono andata a cercare come amica quando ho avuto voglia di conoscerla.
La storia del mondo è attraversata da venti violenti: attentati mafiosi a chi voleva cambiare un sistema criminale, bombardamenti e guerre, stragi dettate dall’incubo del terrorismo, l’olocausto ebreo.
E poi condizioni di fame, povertà, i suicidi, i femminicidi, gli abusi su minori, i naufragi e le morti dei migranti.
L’elenco è lungo davvero, e rispecchia un mondo malvagio che ci sta distruggendo, in cui non essere sottoposti a queste violenze rappresenta davvero un privilegio.
Ci si può trasformare in probabili bersagli di poteri che tendono all’annientamento dell’uomo.
Non esistono più differenze di età tra noi probabili vittime perché non importa più a nessuno di creare differenze.
Il consiglio che ti posso dare è quello di essere il più possibile una bella persona, di aiutare chi ha bisogno, perché può fare la differenza e renderci tutti partecipi di un cambiamento.