Punti di vista

“Sveglia! Sono le ore 7 e 0 minuti”: cosi’ gracchiava la sveglia , con la sua voce robotica, continua e martellante, finche’ non allungavi la mano e premevi quel tasto per spegnerla. Orlando si desto’ e fece quel movimento quotidiano per metterla a tacere. Come suo solito, indosso’ la vestaglia e si diresse sbadigliando in cucina per preparare la colazione.
Era una domenica mattina e si udivano le voci delle persone che passeggiavano per dirigersi in chiesa. La giornata calda e assolata seppure invernale, lo metteva di buon umore. Comincio’ con la dovuta calma a preparare una bella tazza di caffe’ e della crema pasticcera per riempire i croissant che aveva preparato la sera prima. Sapeva che a breve il campanello avrebbe suonato e si sarebbe presentata Sara, una ragazzina carina e gentile che lo andava a trovare ogni domenica e lui era sempre felice della visita. Poco dopo, il campanello suono’ come previsto e con un sorriso l’anziano apri’ la porta .
“ Ciao Orlando! Buongiorno! Come stai? Buona domenica!”
“Ciao Sara, buongiorno e buona domenica. A parte i miei soliti acciacchi, io sto bene e tu?”
“Anche io tutto bene grazie. Anche se… potrebbe andare meglio”.
“ Cosa intendi, cara Sara? Intanto sediamoci e facciamo colazione. Ho preparato tutto come al solito“.
“Sei sempre fantastico, caro Orlando! Fortuna che esisti, altrimenti non saprei come fare”.
Orlando, come al solito, fece accomodare Sara al tavolo che aveva preparato, e la servì come se fosse la sua principessa.
“Grazie carissimo… mi sento come una bambina in fasce vicino a te…mi sento a mio agio”, sospiro’ Sara.
“Adesso raccontami tutto! Come e’ andata ieri sera? “ chiese Orlando.
“Il mondo e’ cambiato e i ragazzi non capiscono niente. Hai presente quel ragazzo di cui ti ho parlato ?”.
“Sì”.
“Bene. Dopo che ho accettato di uscire con lui, mi ha portato al cinema e poi nient’altro! Un bacino quando mi ha riaccompagnato a casa. Voglio anche precisare che a casa mia non c’era nessuno, visto che i miei erano usciti insieme al mio fratellino e potevamo disporre di tutto lo spazio che volevamo… ma lui, niente! Mi aspettavo molto di piu’. Domani, cosa raccontero’ alle mie amiche? Che il ragazzo che pensavo che fosse e’ ancora un bambino che non capisce nulla di come va vissuta la vita?”. La voce di Sara era un pò irritante e Orlando voleva approfondire l’argomento, perche’ non riusciva a capire.
“Cosa intendi per – mi aspettavo altro-? ” chiese a bassa voce Orlando mentre sorseggiava il caffe’.
“Credevo che… mi portasse in discoteca, che ci saremmo fumati della roba e che avremmo fatto un pò di sesso nella sua macchina nuova“; sorridendo aggiunse: ”L’avremmo battezzata!”.
Orlando sorrise di ricambio.
“Ora… immaginiamo che avesse fatto come volevi tu: che aveste fumato droghe o lo aveste assunte, che vi foste ubriacati e che aveste fatto sesso… Come catalogheresti una serata simile? Devi anche ricordarti che l’ultima volta che hai fatto uso di quelle sostanze sei finita in ospedale e sei rimasta sotto controllo per una settimana. Senza calcolare che quando sei uscita, hai fatto una promessa ai tuoi”.
“Quelle sono state reazioni non calcolate. Adesso sono piu’ grande e so come gestirle. Sarebbe stato il massimo! “, aggiunse la piccola.
Orlando sapeva che ormai il mondo, come dice la canzone, andava avanti con “sesso, droga e rock and roll”, ma non lo accettava; non dopo aver assistito alla completa rimozione del brutto ricordo dalla testa di Sara, dai volti preoccupati dei suoi genitori, dal pianto straziante del fratellino, dalle accuse che aveva dovuto subire da parte dei genitori, per essere stato uno degli incitatori a far vivere a Sara la vita che voleva…
“Carissima Principessa”, comincio’ Orlando, “mi trovo in questo buco di appartamento, vivo quasi solitario: non ho grandi sogni, forse perche’ non riuscirei a realizzarli, eppure sono felice per come sono. Non ho potuto avere figli, perchè mia moglie era malata e ora spero vegli su di me, come io penso sempre a lei: di questo sono lieto. Ho poche cose di cui poter essere fiero, per un passato, fatto di errori che ho scontato e che cerco di evitare ad altri. Desidero vedere la felicita’ sul volto degli alltri, ma non una falsa felicita’, fatta di droghe o alcool che ti sconquassano, ma di cose semplici come una passeggiata in mezzo alla natura e poter vedere ancora, sul volto di chi amo, quel sorriso che mi ha accompagnato per anni, grazie a mia moglie. Credi sia possibile?”.
Sara era rimasta senza parole: si era alzata dalla sedia per abbracciare Orlando, quasi singhiozzando.
“Mia dolce principessa ”, continuo’ Orlando, “non credere sempre ai miraggi, alla famiglia felice del Mulino Bianco; credi in te stessa e nel tesoro di cuore che hai: ti accompagnerà sempre e darà ritmo alla tua vita. Dimenticavo… Grazie di essere qui, dolce Sara”.
“Mi sento tremendamente in colpa. Forse perchè non sono come gli altri che stanno diventando menefreghisti e che si illudono di trovare la felicità nella sofferenza degli altri. Ho sbagliato… scusami: mi sono lasciata traviare dal pensiero di quello che avrei raccontato alle amiche. In fondo a loro non interesssa quello che penso veramente, ma solo deridere gli altri, classificarli in persone “giuste” o come emargnati. Io, non voglio essere come loro e scopro sempre qualcosa di nuovo, su me stessa, quando vengo da te“.
“Piccola mia, viviamo in un mondo dove tutti parlano e sparlano, ma pochi hanno veramente intenzione di ascoltare o ascoltarsi. Sono io che ti ringrazio. E ricorda: c’è sempre posto per te nel mio cuore! La vera ricchezza sta nascosta lì dentro”.

Arnaldo

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