Pace sei bella anche in una cena di corvi
saltellanti
becchini tra nefasti cadaveri dall’ acre fetore
e semi di cocomeri su una spiaggia dorata
Arpista in un concerto d’archi
per due penny di pace
lanciati
in un cappello
dentro la metropolitana
fumo di Londra
corri su e giu’ per la scala di violino
con la chiave di Sol in pugno
afferri pace
le note dell’aria
“Gocce di lacrime salite in Cielo”
come sortilegio
sul maleficio quotidiano
nel tunnel della scaramantica convivialita’
sotterranea
…….prossima fermata …..
Ti siedi vicino a un Rasta
il tuo nome e’ Lucia
messaggi nel telefonino
vuoi scrivere sul finestrino
usi bombolette finite all’idrogeno
contrariata, prendi il rimmel Chanel nella
borsa
con un battito di ciglia disegni sul polso un
tatuaggio.
Pace a te
Ladyboy in viaggio
come bollo sul passaporto
la frontiera fra le tue labbra e l’esterno
su un velo di rossetto violaceo al cioccolato.
All’uscita della metropolitana
il calore del sole, lo smog primaverile,
umidicce luci in una vetrina
con un libro aperto su un’antica leggenda
giapponese che narra…
“Bianche ghirlande con gelsomini intrecciati
su un filo rosso ai mignoli legato dal destino
di anime gemelle
groviglio di due cuori trafitti da uno spillone
d’ oro appeso
ai neri capelli di una gheisha, pallida in volto
e labbra di fuoco
cosi’ delicata da scegliere la pace nel blu di
una notte
al tono del cadere della neve, in un bosco d’inverno
per scrivere una poesia d’amore:
Pace nei cuori di voi amanti che riposate
dolcemente
in una dorata onda melensa dentro un
vasetto di miele”
di Clara