Nel Monastero di Chom Thong

Avverti l’inutilità della tua vita:
e sogni un mare di tranquillità ed una sala enorme, un mare di moquette blu sul quale persone, asiatici e occidentali, donne, uomini e ragazzi seduti, in piedi fermi che camminano lentamente, vestiti di bianco: stanno meditando. Sullo sfondo una statua del Buddha, candele accese, gelsomini, rose e il profumo di incensi che permeano l’aria.
Vedi il color ocra nei dettagli sul soffitto e nell’abito di un monaco completamente genuflesso mentre prende rifugio nella sua capacità d’amare: in se stesso.
Osservi le rosee estremità del tuo corpo e una Monaca novizia dal capo rasato, dimenticatasi di non avere più la bruna chioma, che con un dito sta spostando il ricordo di un ciuffo dietro l’orecchio e pensi: quanto sono forti le abitudini.
Ora con questi ricordi, di quando eri nel Monastero di Chom Thong in Tailandia, il luogo dove hai vissuto, per te più sicuro al mondo, ti si riapre il petto e ripensi a quando eravate tutti insieme, voi meditatori, in una stanza in completo silenzio: volti gentili, sorrisi aperti in un mondo silente dove esseri umani si rispettavano, sostenevano e forse amavano.
E ringrazi tutte le persone, te compresa, che nel corso della tua vita hanno permesso di costruire un senso di fiducia in te stesso uno spazio sacro nel tuo cuore ove trovi rifugio ogni volta che il tuo modo di vivere e pensare è ristretto, mondano, piccolo, piccolo, pieno di paure anche se esistenziali e legittime; uno spazio dove ritrovi la grande capacità che hai di amare: perché sai di esserne capace.

Amneris