La strada giusta

di Claudia

Cronache: sanguino.
Leggo il giornale.
Mi occupo di terzi, non del prossimo.
Bevo una broda che odora di caffè, amaro il suo gusto,
e scotta.
Prego di tornare a casa presto, godo della musica che è
intorno, penso a mia figlia.
Lei adesso dorme, per lei svegliarsi è ancora presto.
Gli avanzi della cena di ieri sera sono ancora sul tavolo.
Non ho, per oggi cose da fare, ma sono bene che
passare la giornata.
Intelligenti sfogliando i fogli, leggo di estranei, ma oggi
vivo tutte le vicende come se mi appartengano.
Stufo di partecipare ai fatti tristemente accaduti vado in
camera e prendo la tela egli attrezzi: colori e pennelli.
Metto la tela davanti a me , chiudo gli occhi per cercare
di fare spazio, per cercare un’idea da esprimere e da
rendere viva attraverso la pittura.
Vedo gli oggetti nella mia mente e tra tutti scelgo una
macchina, una vecchia Cadillac.
Ha un colore rosso fiammante.
Voglio disegnarla mentre percorre una larga e lunga
strada nel bel mezzo del deserto del Nevada.
Voglio colorare l’ambiente intorno, inserire nel disegno
dei lupi e delle farfalle.
Vorrei riuscire a delineare perfettamente il paesaggio, a
fissare quest’auto di passaggio che viaggia libera alla
ricerca di risposte, come se esistessero delle verità da
conoscere.