La carne, solo un ricordo passato

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Ero carne, ero un uomo, ero tutto, ero io.
Mi svegliavo e pensavo alla mia giornata come uomo di questo mondo.
Mi ricordo che c’era: il sole, la pioggia, il freddo e la nebbia.
Scappavo da qualsiasi cosa, perchè mi ponevo sempre molte domande.
Ero un uomo complicato, ma subivo molte cose.
Forse subivo tanto, perchè non mi attenevo alle regole della carne.
Non mi piaceva la materialità, la compravendita smodata di corpi,
lo scambio di liquidi, gli odori emanati dalla carne stessa,
gli orrori che compiva.
Qui invece vivo secondo le regole del rispetto.
Il mio destino forse era scritto su qualche libro sacro,
che solo la “Mano Divina” conosce.
Ora che non ci sono più vi guardo dall’alto e mi nutro d’aria.
A volte metto mano sul mondo e do aiuto a chi me lo chiede,
facilitando il corso delle cose.
Mi sono accorto che la carne è solo un mezzo adeguato che serve,
è utile e fa esprimere il compiersi di un volere
o di un movimento fisico o pensato.
Personalmente trovo che questo mio stato d’essere non mi dispiace.
Piuttosto carne io ti ammiro, perchè puoi essere materialità
o semplicemente perchè sei una cosa della quale io sono privo.
Anche da qua aspetto e vivo nuove giornate senza più essere carne.

N.B.: quando penso a mio nonno, il suo ruolo e il suo affetto mi hanno trasmesso queste parole e della sua attuale esistenza.
Le sue parole sono dolci come un bacio caldo, ma calme e impassibili allo scorrere del tempo.

di Claudia