Marco e Virginia si conoscevano da una vita. Bologna, stesso liceo linguistico, le storie in via Zamboni.
Finito l’esame di maturità, si decisero per Londra.
Per lavorare.
Poi accadde tutt’altro.
Era agosto e faceva un gran caldo. Erano i primi anni 80. Si appoggiarono presso un ostello. Alle 4 del mattino, la prima notte,
girovagarono per un po’ finchè si ritrovarono in una strada ancora piena di gente. Un bel viavai. C’erano dei punk, che bevevano e fumavano canne. Ne offrirono anche a loro. Passò del tempo e pensarono di essersi sballati a sufficienza. Si alzarono dal marciapiede dove si erano seduti. Una mano prese Marco per la collottola. Si divincolò un po’ finchè riconobbe il distintivo. Polizia in borghese. Forse lo avevano scambiato per qualcun altro, forse lo avevano visto comprare del fumo da uno. Fu mentre Marco stava pensando a come liberarsene prima di essere perquisito, che scoppiò un rissa in strada a pochi passi. Il poliziotto mollò la presa per un attimo, quel tanto che bastava per divincolarsi e via di corsa.
E perdersi per Londra.
Nancy stava sulla porta di una casa occupata, uno squad o qualcosa del genere. Fumava una sigaretta. Dalla casa veniva musica. Nancy era punk. Marco molto stanco, decise di chiederle se poteva entrare. La stessa idea aveva avuto Virginia, poco prima. Dentro c’era una festa, o piuttosto una festa che stava terminando. La gente stava su dei divani scassati, sistemandosi alla meglio fra le molle che uscivano qua e là. Virginia stava uscendo, andava da Nancy. Per poco non si scontrarono nel corridoio buio che portava fuori.
Virginia puzzava parecchio d’alcol. Non l’aveva mai vista così. Disse a Marco qualche parola, giusto per assicurarsi che tutto andasse bene. Disse che era stata preoccupata. Poi sorrise e passò oltre. Andò da Nancy, che stava sempre sull’uscio, fissava la strada.
Marco entrò e si sedette. Non c’era più birra. Non c’era da mangiare. Qualcuno già dormiva sui divani. Qualcuno si baciava e
prendendosi la mano saliva al piano di sopra. Un tizio sui quaranta che russava si svegliò bonfochiando qualcosa. Si alzò e cominciò a spegnere le luci. Rimase solo quella minuscola dello stereo. Un vecchio piatto. Con su i Damned. Il tizio abbassò un po’ il volume. Voleva dormire.
Marco vide Nancy e Virginia di sfuggita. Abbracciate, si sorridevano salendo al piano di sopra. Una gran rabbia prese Marco. Erano bellissime. Era geloso. Forse di Virginia, forse di Nancy. O di entrambe. Svegliò il tizio sui quaranta e gli chiese dove si poteva comprare da bere. Il tizio gli diede qualche indicazione, disse di rubare e non comprare. Marco uscì, trovò il posto e comprò una bottiglia di vodka.
Quando Virginia discese, stava dormendo a terra, su di un fianco, col volto nel suo vomito. Si sedette di fianco a lui e prese ad
accarezzargli i capelli. Erano ormai le dieci quando si decisero a tornare all’ostello. Senza più soldi.
Nancy li accompagnò.
Marco e Virginia tornarono a Bologna in treno, grazie ai soldi che si procurò Nancy facendosi fotografare insieme ai turisti. Negli anni 80 la foto con i punk era nel programma, a Londra. La ringraziarono.
Ancora oggi Nancy è nei loro cuori. Probabilmente per motivi diversi.
Marco e Virginia sono ancora amici, o qualcosa del genere.
Probabilmente.
di Gilda