La crisi e i riminesi

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Riminesi & Crisi/1 – Un imprenditore artigiano, B.,
serigrafo.

Com’è cambiato il fatturato della tua azienda in questi anni?

Fino a quattro anni fa, nel 2009, la mia azienda faceva 100mila euro di fatturato annuo, e avevo due dipendenti. Quest’anno, 2013, il fatturato sarà forse di 20mila, e non ho più dipendenti.

Quanto pesa sulla tua impresa il carico fiscale?

Fra tasse dirette e indirette, il carico fiscale si aggira intorno al 60%. E le tasse non si riducono con il ridursi del fatturato, molte restano invariate e inadeguate alla realtà.

Qual’è a tuo avviso la principale causa del calo di lavoro che ti ha
investito?

Sicuramente il crollo del comparto dell’edilizia. A Rimini era un settore gonfiato, sovradimensionato, sostenuto in modo innaturale per precise ragioni. Adesso è quel che deve essere, queste sono le sue dimensioni effettive, adeguate alla realtà.

Hai ottenuto aiuti, agevolazioni o contribui, statali o europei?

Non ho mai avuto agevolazioni o contributi, li ricevono solo le grosse imprese che possono permettersi il supporto di studi professionali, rivolgendosi a chi si sa muovere bene in questi ambiti. Per le piccole aziende come la mia l’accesso agli aiuti è quasi impossibile, perchè o lavoro o mi metto a chiedere agevolazioni e aiuti, non ho il tempo per fare entrambi.

Alla luce di come stanno andando le cose, se potessi tornare indietro?…

Questo è il mio lavoro, rifarei le stesse scelte. E fino a quattro anni fa era sempre andata bene. Rifarei le stesse scelte anche perchè non penso ci siano settori non toccati dalla crisi. Ora penso valga la pena tenere aperto, almeno finché non sarò in perdita, anche se attualmente copro solo le spese e non guadagno niente, lavoro senza stipendio. Ma magari domani le cose andranno un po’ meglio. Fortunatamente, non sono esposto con debiti e mutui. Come mi ha detto il commercialista, paradossalmente sono “fortunato” perchè, non essendo esposto, potrei chiudere la ditta, volendo, mentre altri che hanno debiti devono forzatamente tenere aperto.

Cosa incide maggiormente oggi sui costi?

Nel mio caso è l’affitto del laboratorio, incide molto. Fra i miei colleghi, chi ha sollievo è chi ha l’immobile di proprietà.

Com’è il tuo rapporto con il credito e le banche?

Personalmente non ho mai avuto grossi problemi, anche se ho dovuto cambiare banca per avere piccoli finanziamenti. Non tutte le banche sono uguali.

Come vedi il futuro, in generale e per la tua azienda?

Non vedo segni di ripresa, non ci credo molto. Penso che il sistema capitalistico sia collassato, e anche se ci sarà qualche miglioramento, le cose non torneranno come prima, in ogni caso.

 

Riminesi & Crisi/2 – Un operaio, M.
A. M. lavora dal 2007 presso la fonderia di una grossa azienda, come operaio metalmeccanico. Analogamente a quelle di altri settori produttivi, la società in cui lavora ha conosciuto il grave problema della crisi economica iniziata intorno il 2008-2009. Dopo circa due anni M. è entrato in Cassa Integrazione e ha risentito molto il contraccolpo della crisi economica, avendo ben poco da tagliare dalle spese del suo budget mensile.
È sostenuto da amici e parenti e, quando si trova in difficoltà, riceve degli aiuti da parte loro. Sul lavoro, dice, ognuno pensa ai fatti suoi, a suo avviso non c’è alcuna solidarietà. Le “regole” contrattuali sono dure e, a volte, non tengono in considerazione il lavoratore, che viene sacrificato in nome degli obiettivi della produzione in maniera spietata. Non vengono fatte concessioni verso coloro che, grazie al fatto di compiere il proprio dovere, dovrebbero vedere garantite almeno quelle norme che tutelano il lavoratore sia per quanto riguarda i suoi interessi economici che la salvaguardia della salute.
M. ci racconta che anni fa l’organico si avvaleva di personale reclutato attraverso le cooperative o le agenzie di lavoro interinali, chiudendo in questo modo la possibilità di assunzioni stabili. Ora non ci sono più agenzie interinali in azienda, solo cooperative di carrellisti.
Ascoltandolo ci si accorge di quanto sia difficile tenere stretto ciò che si ha e di quanto ci si deve difendere per mantenere saldo il proprio posto di lavoro. Nonostante la rabbia venga fuori sin dalle prime risposte, questo operaio parla della sua storia con umiltà e sincerità, dimostrando la propria totale lealtà quando, a una precisa domanda, reagisce dicendo che non ha mai pensato di cambiare lavoro o ditta e che, anzi, accetterebbe nuovamente la faticosa mansione propostagli dall’agenzia di lavoro interinale in qualità di “operaio di fonderia”.

 

LA CRISI/3 – INTERVISTA AGLI STUDENTI.
Abbiamo intervistato due studenti di scuola superiore sul tema della crisi e loro ammettono che, talvolta, capita che l’argomento venga affrontato con i coetanei ma in genere si preferisce evitarlo. La problematica viene esaminata anche parlando di politica, di mala politica che determina problematiche quali lo sfruttamento. Entrambi non rivestono grande fiducia nella politica attuale perchè, come dice Marcin, non c’è nessuno che dia il cuore.
Da un punto di vista economico, in famiglia la crisi si è fatta sentire negli ultimi anni con ritmi più incalzanti, però hanno alle spalle nuclei solidi e uniti che riescono a non far gravare troppe preoccupazioni sui giovani studenti.

– Avete mai lavorato durante l’estate? Qual’è stata la vostra percezione del mondo del lavoro? Come vi è sembrato?
G. – Sì, in quarta e quinta ho svolto uno stage estivo di più di 200 ore presso una azienda riminese che si occupa di software. Mi ha permesso di ampliare molto le mie conoscenze, anche del mondo del lavoro, in particolare perchè ho potuto svolgere parte dello stage presso l’ufficio commerciale. Lo stage non era pagato, ma è stato secondo me molto positivo, ha funzionato come stimolo e ho potuto dimostrare il mio valore, lo consiglierei. Ho mantenuto un buon rapporto anche dopo la conclusione con i miei tutor aziendali.
M. – Ho fatto uno stage in quarta superiore presso la Asl.Ho cercato una occupazione estiva, ma volevo un lavoro legato al mio settore, l’informatica, e non l’ho trovato. Penso sarebbe comunque importante fare esperienze che ti permettano di conoscere il mondo del lavoro. L’estate scorsa, comunque, ho cercato di impegnarmi nello sviluppo di applicazioni.

– la vostra scelta scolastica è stata compiuta in funzione del lavoro che vorreste svolgere in futuro?
M. e G. – siamo sempre stati appassionati di informatica. In terza media abbiamo partecipato all’open day dell’ITI e ci ha convinto molto, era quello che volevamo, anche se eravamo indecisi fra elettronica e informatica.

– pensate di continuare gli studi dopo le superiori? Pensate che i vostri studi diventeranno il vostro lavoro?

G. – per poter lavorare in questo settore, nell’informatica, è necessario approfondire, fare più studi. Il semplice diploma di maturità non basta. Ammiro molto Silvio Micali, che el 2012 ha ricevuto il Premio Turing (il premio A.M. Turing Award è assegnato annualmente dalla Association for Computing Machinery (ACM), ad una personalità che eccelle per i contributi di natura tecnica offerti alla comunità informatica, ndr) per i suoi contributi alla crittografia. Fin da bambino sogno di seguire il suo esempio.
M. – lo penso anche io, è sempre meglio avere una laurea, e penso di iscrivermi all’università, ingegneria informatica. A volte sono un pò preoccupato quando penso che il lavoro che troverò potrebbe anche non piacermi.

– avete delle passioni che volete continuare a coltivare? Pensate che potrebbero diventare occasioni di lavoro, in futuro?

G. – io sono appassionato di crittografia, le mie passioni in genere sono comunque collegate in qualche modo sempre all’informatica. Frequento con Marcin un corso di poesia, e stiamo pensando a come sviluppare applicazioni informatiche per chi scrive poesie.
M. – faccio volontariato presso la mia parrocchia, suono la chitarra discretamente, me la cavo, anche per il coro della chiesa. Mi piace la musica, il disegno e la fotografia. Con Giacomo frequentiamo questo corso di poesia, scrivere mi piace.

– tra coetanei parlate della crisi? In che termini?

G. – a volte capita di parlarne, con gli amici, ma si cerca di evitare il discorso, per la serenità. Si cerca di fuggire da questi pensieri, e i ragazzi della nostra età pensano in genere ad altre cose.
M. – Io mi interesso di politica, e del problema dello sfruttamento. Mi capita di parlare della crisi con gli amici e di cercare di condividere le mie idee, ma è difficile, molti giovani non se ne interessano, così ne parlo con chi la pensa più o meno come me. Credo che non stiamo benissimo in questo mondo, e penso che i politici in genere non si interessano davvero del popolo e dei suoi problemi. Per questo credo occorrerebbe un modello diverso di società, fondato sulla uguaglianza.

– che lavoro svolgono i vostri genitori? La crisi ha influenzato le vostre famiglie o altre a voi vicine? In che termini?
G. – Mio padre ha una impresa di costruzioni, si occupa di edilizia e riparazioni. Mia madre una piadineria. La crisi si fa sentire, e a ritmi sempre più frequenti.
M. – mia madre è infermiera, mio padre carpentiere. La crisi si sente, sì. Per una famiglia come la nostra, immigrata dall’estero, arrivare a fine mese è difficile e la vita non è come l’avevamo immaginata.

– avete in programma di poter anche andare a vivere all’estero? Dove, e perchè?

G. – sarebbe una scelta difficile, ma non mi sento di escluderla. Se nei prossimi anni la situazione non migliora. Per quel che riguarda il settore dell’informatica, quello che interessa a me, ci sono in Italia grosse aziende, quindi penso si dovrebbe poter lavorare. Ma credo comunque che una esperienza di lavoro all’estero, magari per un periodo, sia formativa e importante.
M. – Vivo in Italia da otto anni, ormai mi sono abituato a questo Paese e preferirei rimanere qua. Cercherò opportunità di lavoro in Italia, ma certo, se non ne trovassi, non escludo di dover migrare ancora e magari anche ritornare nel mio Paese, in Polonia

– avete sogni e aspettative per il futuro? Pensate siano realizzabili?

G. – Sì, il mio sogno sarebbe lavorare per una grande azienda, e credo che farò di tutto per realizzarlo. Ma non dipende solo da me, dipende anche dalla società in cui viviamo.
M. – Mi piacerebbe lavorare per una grande azienda, come Microsoft o Intel, ma anche per una azienda non – profit, come Mozilla. Oppure aprire una piccola impresa mia, sempre nel settore dell’informatica, riparare computer e fare programmazione software. Penso che avere un obiettivo nella vita sia necessario, e che occorre dare il massimo per raggiungerlo.

– qual’è invece il sogno che avete realizzato al compimento dei vostri 18 anni?

G. – ho fatto un viaggio all’estero, a Londra, dove ho potuto visitare l’Istituto di Crittografia, un centro internazionale, da sempre desideravo vederlo.
M. – Io sono riuscito a migliorare la mia esperienza informatica nei nuovi ambienti, in Microsoft 8, per sviluppare nuove applicazioni per cellulari, con Android. Poi sono riuscito a scrivere una bella canzone e una piccola poesia.

– la vostra più grande paura?

G. – la mia più grande paura è di rimanere solo, abbandonato. Poi la paura di fallire nel fare qualcosa, magari anche dopo avercela messa tutta.
M. – la mia è di veder fallire un progetto che ho ideato, pensare che sia geniale e poi doverlo abbandonare, magari perchè ci sono ostacoli posti dallo Stato. Ho paura di essere limitato, impedito. Poi ho paura di morire e degli imprevisti che possono sorgere nel futuro. Sento timore per il futuro, timore di non realizzare i miei sogni. E timore di avere delusioni.

– ci sono personaggi del mondo della musica, dell’arte o dell’informazione che meglio esprimono un pensiero da voi condiviso sulla crisi?

G. – Ci sono tante voci critiche, tipo Anonymous ( firma adottata da unioni di hacktivistshacktivists , i quali intraprendono proteste e altre azioni sotto l’appellativo fittizio di “Anonymous”, ndr).
M. – io mi riconosco nei personaggi “a parte”, quelli fuori dal coro, critici verso questa società. In parte condivido quel che dice Beppe Grillo, ma forse parla e basta.

– esiste qualcuno che secondo voi ha una proposta politica valida per superare questa crisi?

G. – Renzi ha idee valide, ma non c’è un politico che mi convinca.
M. – Non esiste un politico valido.

– vi piace scrivere? Se sì, in che modo la scrittura vi è d’aiuto?

G. – la scittura, la poesia, permette di esprimere i propri stati d’animo, le proprie emozioni, e aiuta a sfogarsi.
M. – La scrittura è uno strumento che mi sta a cuore, permette di condividere le proprie idee. Mi piace scrivere poesie su temi di attualità.