C’è qualcuno?

Dolore, rabbia, tristezza, ansia, paura. Come riuscire a condividere queste emozioni negative con altri, con lo scopo di superarle o quantomeno di portarle ad un livello accettabile?
Io, personalmente, ho dovuto abbattere tanti muri e ostacoli mentali che mi ero creato.
Non ho amici veri, con i quali parlare di un mio problema così importante. Gli altri non darebbero molta importanza al mio problema (potrebbero sminuirlo o giudicarlo una sciocchezza di poco conto).
Ne riderebbero.
Mi prenderebbero per un paranoico.
Potrei passare per un debole, per una persona fragile.
Gli altri hanno già i loro problemi, perchè rompergli le balle anche con i miei?
Quasi tutte le persone con le quali parlo non sanno praticamente nulla della mia vita precedente, e quindi non posso parlare di un mio problema di adesso senza dover spiegare il mio passato.
Sempre per questo motivo, nella mia vita di adesso indosso la maschera di quello che scherza sempre: risate, barzellette, discorsi futili, cazzate. Mi è utile per nascondere gli sfregi che ho nell’anima, ma non mi fa prendere troppo sul serio quando parlo dei miei guai (reali!).
La lista potrebbe continuare ancora, ma penso che questi siano i freni più frequenti e importanti che mi impediscono di condividere il mio dolore
o la mia rabbia con gli altri. Il primo grosso passo per superare questi ostacoli è il tornare ad avere fiducia. Non avere pregiudizi verso gli altri.
Ho imparato che certe persone che possono sembrare superficiali ed egoiste, in determinate situazioni sono risultate più sensibili e vicine ai
miei problemi che i cosidetti “amiconi”.
Tenere sempre ben chiaro in mente che la persona alla quale stiamo confidando i nostri guai, la nostra rabbia o la nostra difficoltà, molto probabilmente non ha in tasca la soluzione del nostro problema. Ricordarsi sempre che il nostro interlocutore ha il ruolo primario di valvola di
sfogo, ed essendo principalmente una valvola deve essere sempre pulita, aperta, libera.
Più spesso di quanto si creda, una situazione che sta capitando a noi in questo momento è già capitata ad altri: parlandone si possono conoscere le reazioni, le soluzioni e i sistemi da loro utilizzati per affrontarle.
So per certo che tenersi dentro un problema e rimuginarci su in continuazione non fa che ingrandirlo a dismisura, ingigantendolo fino a farlo diventare insuperabile. Già il solo parlarne con un’altra persona ne dimezza la sua pericolosità, la sua forza, e lo riporta ad un livello controllabile.
Tenersi dentro la rabbia è un po’ come avere una ferita e non curarla: non guarisce mai, e può rischiare di infettarsi, causando danni peggiori.
Chiedere ascolto o aiuto a qualcuno non è sintomo di debolezza, anzi. E’ un punto di forza che ci aiuta a conoscerci meglio e a rinforzare la nostra anima.

Gianfranco

(disegno: Loris Quadro)nessuno